Impala, la startup londinese che vuole facilitare l’interazione con i dati degli hotel, ha raccolto un altro round di finanziamenti solo pochi mesi dopo il round di Serie A da 11 milioni di dollari (ottobre 2019). Questa volta, la startup ha raccolto un round di Serie B da 20 milioni di dollari guidato da Lakestar. Anche Latitude Ventures partecipa al round.
Gli hotel utilizzano i sistemi di gestione della proprietà chiusi per gestire le camere, i tipi di camere, i prezzi, gli extra, le tasse, ecc. Impala sta costruendo, sopra ai sistemi alberghieri legacy, uno “strato” per standardizzare il tutto con una moderna API * (vd. in fondo all’articolo). “Uno strato necessario – dice il cofondatore e CEO di Impala, Ben Stephenson – visto che gli hotel non sostituiscono mai quei sistemi”. Pur avendone la possibilità, per la loro tradizionale natura, non vedono alcun interesse a costruire API aperte. Così, gli sviluppatori che lavorano su prodotti nel settore alberghiero devono attualmente costruire una tonnellata di integrazioni per connettersi a tutti i diversi sistemi alberghieri. Impala vuole fare lo stesso lavoro una volta per tutte, e standardizzare le API per chiunque costruisca servizi in aggiunta ai sistemi alberghieri. In altre parole, se si vuole sapere quante camere standard siano rimaste in diversi hotel, si possono interrogare quelle strutture utilizzando la stessa chiamata API. Diventa così molto più facile gestire uno o più hotel e costruire applicazioni, siti web e servizi interni che interagiscano con un sistema alberghiero.
L’azienda vuole costruire sempre più integrazioni con i sistemi alberghieri. Attualmente supporta otto sistemi diversi, ma il supporto universale sarà fondamentale quando si tratterà di rendere Impala il linguaggio universale del settore alberghiero. Trecento hotel stanno attualmente già lavorando con Impala, come gli hotel Accor (Mercure) e gli hotel a marchio Hyatt-branded. L’azienda ha attualmente un arretrato di 3.500 hotel. Ciò dimostra che l’industria è in attesa di un prodotto come questo.
Impala sta anche lavorando su un’API per la prenotazione diretta. Al momento, molti hotel caricano manualmente i dati di prenotazione sui siti web di Booking Holdings (Booking.com, Priceline, Agoda, Kayak…) e di Expedia Group (Expedia, Hotels.com, HomeAway, Trivago…), oppure utilizzano un channel manager. Questi channel manager agiscono come intermediari che inviano informazioni a più siti web contemporaneamente. Un’API di prenotazione diretta abbasserebbe la barriera all’ingresso per i concorrenti di Expedia e Booking. Aprirebbe anche la possibilità a nuovi tipi di giocatori che oggi non vendono necessariamente camere d’albergo. Si potrebbe immaginare di poter prenotare una camera direttamente dal sito web di una guida della città, dal sito di una conferenza o dall’applicazione di un festival musicale. Non sarebbe un’incorporazione di Booking.com, ma sfrutterebbe l’API di prenotazione diretta di Impala per prenotare direttamente con l’hotel, il che porterebbe ovviamente ad una riduzione delle commissioni.
* API è acronimo di Application programming interface: si tratta di applicazioni che, mediante modalità standard, espongono le funzionalità di altre applicazioni; ciò vuol dire abilitare il riutilizzo dei servizi resi disponibili che possono a loro volta comporsi e scomporsi in base alle necessità. In pratica, esse sono indispensabili per rendere disponibili i servizi in risposta alle esigenze di business. Grazie alle Api si può rendere fruibile via mobile un’applicazione enterprise o ci si può integrare in una catena estesa aprendo le app stesse a partner e fornitori e così via. Il significato di Api è dunque quello di semplificare la possibilità di dialogo tra un’applicazione e un’altra, evitando ridondanze e inutili replicazioni di codice.